IN DEBITO CON LA TERRA
Overshoot Day del 2022
Il 15 maggio scorso l’Italia ha toccato il suo Overshoot Day del 2022. Ma cosa significa questo termine? Oggi scopriremo quanti ‘pianeti’ consumiamo e quanto è pesante il nostro debito con la Terra.
OVERSHOOT DAY
Si parla di Overshoot Day quando si raggiunge il giorno che segna l’esaurimento delle risorse rinnovabili che la Terra è in grado di rigenerare in un anno. Una data che, nel corso degli ultimi anni, è arrivata sempre prima.
La data, che muta di anno in anno a seconda della rapidità con cui tali risorse vengono sfruttate, viene calcolata da un’organizzazione internazionale chiamata Global Footprint Network. La sua attività è quella di tenere una sorta di contabilità ambientale calcolando i consumi di diverse nazioni.
Ogni Paese, infatti, brucia le risorse del pianeta a seconda di diversi fattori come le esigenze energetiche, la capacità di attuare strategie di economia circolare, i consumi dei beni prodotti o importati, i trasporti e così via.
Più un Paese in esame consuma i beni del pianeta, prima raggiunge il proprio Overshoot Day. Ad oggi, noi siamo in debito con la Terra di quasi ‘sei Italie’!
UNA QUESTIONE DI SISTEMA
Ovviamente esiste anche un calcolo globale che prevede una sorta di bilanciamento tra nazioni più virtuose e quelle che lo sono meno.
L’Earth Overshoot day viene annunciato ogni 5 giugno, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente e, quest’anno, il 28 luglio abbiamo raggiunto il limite delle risorse della Terra. Siamo già ufficialmente in debito e abbiamo ripreso a ‘correre’ come e più di prima della ‘pausa’ imposta dalla pandemia.
Ad oggi consumiamo quasi due ‘Terre’ in eccesso rispetto alla disponibilità del nostro pianeta.
Il debito che abbiamo accumulato come nazione e come comunità globale è -ahinoi- insostenibile, ma esistono moltissime prassi che -anche come singoli- possiamo mettere in pratica per dare il nostro contributo affinché la situazione non peggiori nei prossimi anni.
ALIMENTAZIONE E SOSTENIBILITÀ
Dando per certo che le prime grandi urgenze sono legate -oggi più che mai- ai consumi energetici e, di conseguenza, alla necessità di diffondere l’uso di fonti rinnovabili, anche l’alimentazione ha un suo peso ed è, soprattutto, un qualcosa che ci riguarda molto da vicino.
L’Unione Europea ha elaborato un piano che si chiama “From Farm to Fork”, il cui obiettivo è la diffusione di abitudini alimentari che non siano semplicemente sane ma anche eque e rispettose della natura.
L’Italia, in questo specifico campo, può dare un importante contributo sia in termini di sostenibilità delle produzioni che di cultura e stili di vita. La nostra dieta mediterranea, infatti, si adatta perfettamente ad essere di supporto nell’invertire il trend dell’Overshoot day.
TANTO MARE, TROPPO PESCE
Una delle minacce più gravi per la sostenibilità alimentare, come detto strettamente collegata al consumo di quelle risorse che ci mettono in debito con il pianeta Terra, arriva anche dallo sfruttamento dei nostri mari e delle specie che li popolano.
La pesca eccessiva ci porta a catturare molto più pesce di quanto il nostro mare riesca a fornirci. Quasi il 40% della disponibilità di pesce che catturiamo è sfruttato al di sopra del livello di sostenibilità. Anche in questo caso siamo chiaramente in debito con il pianeta…blu!
Lo sfruttamento del mare e delle risorse ittiche sono figli di pratiche come la pesca illegale, la distruzione di habitat protetti e la cattura accidentale di specie minacciate o cosiddette ‘giovanili’ (individui cioè molto giovani che, non raggiungendo l’età adulta, non possono poi riprodursi). In tutto il Mediterraneo la situazione è molto grave: circa il 75% delle specie è soggetto a sovrasfruttamento.
Ancora una volta, anche se siamo noi il motore del problema, possiamo esserlo anche della soluzione!
È in nostro potere, infatti, acquistare prodotti pescati con metodi sostenibili. In realtà, è molto semplice e possiamo facilmente insegnarlo anche ai nostri familiari quando vanno a fare la spesa. Rispettando cinque semplici regole, aiuteremo a diminuire il nostro impatto sul Pianeta:
- Scegli prodotti pescati con metodi artigianali a “miglio zero”, di provenienza locale.
- Diversifica la tua dieta, scegliendo non solo le specie più pregiate e note: nel Mediterraneo ci sono oltre 500 specie di pesce commestibili, ma solo una ventina sono quelle scelte abitualmente.
- Acquista solo pesci adulti che si sono già riprodotti: consultati con il tuo commerciante di fiducia
- Controlla l’origine del pesce che stai acquistando, la sua provenienza, se è stato pescato, allevato, se si tratta di pesce fresco o scongelato.
- Preferisci prodotti certificati MSC (Marine Stewardship Council), ASC (Aquaculture Stewardship Council) o biologici per garantire una scelta secondo criteri di sostenibilità.
Se non ci impegniamo tutti, su più fronti, i nostri consumi aumenteranno sempre di più e con loro il nostro debito con la Terra. Entro il 2030 potremmo arrivare a consumare ‘due Terre’ in più di ciò che la Natura ci fornisce: una strada che possiamo evitare di intraprendere fin da ora.
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